Fondazione della Società

La Società Dantesca Ungherese nasce dalla collaborazione di ricercatori e studiosi di varie aree culturali e scientifiche, interessati in senso lato, e quindi anche multidisciplinare, allo studio dell’opera di Dante Alighieri. All’inizio del 2002 si era già formato un piccolo sodalizio di studiosi, accomunati da interessi scientifici, linee di ricerca in continua intersezione, per lo più docenti nelle università ungheresi o appassionati di italianistica, che con una certa regolarità si riunivano per scambiarsi informazioni sui risultati delle proprie ricerche, finché con il passar del tempo non maturò l’idea di fondare una società capace di unire, organizzare e rappresentare le molteplici attività dei membri, con l’intenzione di aprirsi ad altri soci e di coinvolgere il numero maggiore di interessati.

Con tali premesse il 16 febbraio del 2004 i ventiquattro soci fondatori hanno costituito quella Società che il 7 maggio dello stesso anno, dopo la votazione ufficiale relativa allo statuto, sarebbe stata registrata come Magyar Dantisztikai Társaság (ovvero Società Dantesca Ungherese – SDU), presso il Tribunale di Budapest. La SDU, per questioni di autonomia decisionale, non è giuridicamente legata a nessun istituto, sebbene tra i suoi soci troviamo in gran numero rappresentanti di tutti i dipartimenti di italianistica delle università ungheresi. Il primo presidente della SDU, attualmente in carica, è János Kelemen, accademico d’Ungheria e già direttore dell’Accademia d’Ungheria in Roma.

 

Obiettivi della Società

Lo statuto della SDU individua due obiettivi principali intorno ai quali si strutturano le attività del sodalizio, uno di natura generale, un altro di natura particolare e, se vogliamo, legato ad una esigenza insieme attuale perché ancora insoddisfatta nell’ambito culturale ed accademico magiaro. Obiettivo generico e generale delle attività della SDU è la promozione di ogni aspetto della divulgazione scientifica relativa alle questioni dantesche, con la prospettiva di diffondere la dantistica – a livello accademico – anche con operazioni di patrocinio delle risorse umane, coadiuvando il settore della ricerca giovane, in questo modo favorendo studenti meritevoli e dotati di particolare talento e scrupolosità negli ambiti scientifici privilegiati.

Finalità particolare è invece l’elaborazione di un commentario ungherese dell’opera dantesca nel suo complesso, un progetto ambizioso e ben determinato nel tempo, che dovrà culminare nel 2021, anno in cui ricorre il settimo centenario della morte del Poeta. A questo proposito è importante rilevare che dai primi anni Sessanta – grazie all’eccezionale mole di lavoro allora svolta da un gruppo di studiosi ed esperti diretto dal dantista ungherese Tibor Kardos – esiste un’edizione dell’opus dantesco in traduzione ungherese, frutto dell’accurata composizione dei risultati di un interesse mai sopito nei confronti dell’intera produzione letteraria, filosofica, scientifica di Dante. Nonostante questo innegabile segno della presenza di Dante nella cultura ungherese, non possiamo affermare che allo stato attuale delle cose, i lettori odierni di ogni generazione possano considerarsi padroni di un accesso immediato, facile e produttivo, allo straordinario mondo dantesco: pur rilevando l’enorme vantaggio di poter leggere i testi di Dante in ungherese, non possiamo ignorare il divario culturale e spirituale che separa il nostro tempo e la nostra sensibilità dalla galassia Dante. Tale distanza rende difficile, se non impossibile per alcuni fruitori, la comprensione del dettato dantesco, anche quando esso venga presentato in una veste linguistica moderna e apparentemente comprensibile ai più, se non a tutti. Da questa riflessione nasce la necessità di corredare le traduzioni già esistenti di un commento che sia in grado di rendere fruibili i testi da parte di ogni possibile lettore, e insieme capace di fornire dati e strategie interpretative, anche agli studiosi.

Quaderni Danteschi